Il mio dialogo con il Dalai Lama
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- Published: Wednesday, 19 June 2019 11:56
Raghavan Iyer – USA
Devo avvertirvi fin dall’inizio che in questo pomeriggio mi propongo di parlarvi non come ex presidente dell’Oxford Union, né come suo docente. Voglio rinunciare a questo ruolo e rivolgermi a voi come un ricercatore e un pellegrino, perché è in tal guisa che mi sono recato dal Dalai Lama. Questa è la sola giustificazione del mio tentativo di raccontarvi quanto mi ha detto durante la memorabile e toccante intervista che mi ha graziosamente concesso nel marzo scorso, esattamente un anno dopo il suo esilio in India dal Tibet. Sento di dover condividere con voi i miei ricordi di quanto mi ha detto, soprattutto in considerazione del suo sentimento personale nei confronti di questo Paese. Considerava l’Inghilterra come una forza a servizio del bene nel mondo di oggi, con un ruolo unico in Occidente. Diceva che Londra era il centro etico e spirituale dell’Europa e quando gli ho chiesto se questo significasse che molte anime sagge avevano iniziato a incarnarsi in questo Paese, ha assentito. Ha anche affermato che perfino il nostro governo fosse più consapevole della posizione del Tibet forse di qualsiasi altro stato occidentale. Pertanto ritengo che, a un pubblico ben disposto quale voi siete, io debba raccontare quanto più fedelmente mi è possibile, in base ai miei ricordi, in che modo il Dalai Lama ha risposto alle mie domande.