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Il Grande Risveglio contro il Grande Re-set – antidoti a totalitarismo, tirannide e paura

Paul Barker – Inghilterra

LESP PB Theosophy PB 2

L’autore

Molti respingono con disinvoltura le previsioni di un imminente totalitarismo globale semplicemente classificandole come ‘teorie del complotto’ (una frase elusiva formulata dall’FBI americano). Altri considerano questo cosiddetto Grande Re-set come un Nuovo Ordine Mondiale distopico in cui la popolazione sarà decimata da guerre, malattie e fame. Questo, ammoniscono, è un mondo di tecno-capitalismo globale, identità digitali, una società senza contante, vaccinazioni obbligatorie e un sistema di credito sociale di stile comunista. Essi sostengono che ciò significherà la fine del nucleo familiare tradizionale poiché i bambini verranno separati dai genitori per essere indottrinati dallo stato. Non ci sarà altra religione se non l’adorazione del potere dello stato. Il cibo genuino verrà rimpiazzato dal consumo di insetti e alimenti geneticamente modificati e da prodotti sintetici, creati in laboratorio. Ma soprattutto ci sarà il controllo onniveggente dell’intelligenza artificiale.

                                                                                              1984 di George Orwell che diventa realtà.

Sembra davvero demoniaco. Ma c’è qualcosa di vero in tutto questo? E se sì, come si può contrastare?

Il pionieristico psicologo Carl Jung affermò che la più grande minaccia per l’umanità è la nostra incapacità a gestire le forze della psiche. La più pericolosa di tutte le epidemie psichiche è la psicosi di massa. Questa è un’epidemia di pazzia che si verifica quando una vasta porzione della società perde il contatto con la realtà e arriva a un delirio che si diffonde come un contagio.

Ervin Staub, professore di psicologia, ha notato che quando la maggioranza della popolazione sostiene l’imposizione del conformismo da parte del governo allora tale società si posiziona in quella che egli definiva un ‘continuum di distruzione’ in cui la maggioranza razionalizza il proprio sostegno a misure autoritarie demonizzando coloro che non vi si conformano. Questo porta a misure governative sempre più severe e all’ulteriore svalutazione delle vittime. Le persone ritengono che le vittime si siano procurate le loro pene con le azioni o con il carattere. Ciò conduce alla ricerca di capri espiatori, incarcerazioni e omicidi di massa.

Due sono i fattori importanti, in una crisi psicotica, secondo il medico statunitense Alexander Lowan:

  • un ego debole e insicuro e
  • un flusso di sentimenti ed emozioni negative non integrabili dall’ego.

Abbiamo bisogno che la società sia composta da individui indipendenti, resilienti e forti interiormente. Altrimenti si verifica quel potenziale per la follia di massa che, nel passato, ha portato all’uccisione delle streghe, al massacro degli ebrei o al recente ostracismo di persone perfettamente sane durante la cosiddetta pandemia da Covid-19.

Sono al lavoro, in tutti noi, forze mentali estremamente primitive e irrazionali, che di solito vengono tenute a bada con la razionalità, ma che possono manifestarsi nel comportamento delle persone normali se queste devono affrontare qualche pericolo o stress.

C’è bisogno che più persone agiscano con coraggio morale e volontà di affrontare dei rischi per opporsi ad ordini immorali, respingere il controllo autoritario da parte del governo, sostenere i valori della verità, libertà e giustizia che vanno scomparendo, afferma Rushworth Kidder nel suo Age of Conformity.

È importante sfatare l’idea che i totalitarismi possano essere sconfitti conformandosi – una risposta codarda e ignorante che rafforza regimi di tal fatta. Hannah Arendt scrive, nel suo Le origini del totalitarismo: ‘Il conformarsi nutre il dispotismo e questo non sarà mai il percorso di ritorno a una qualche forma di normalità’. Abbiamo bisogno di non adeguarci e di costruire una società parallela che abbracci i bisogni autentici della gente reale.

Comunque, l’erudito francese Gustave Le Bon ha dichiarato che le masse non sono mai state assetate di verità. La gente si volta dall’altra parte piuttosto che vedere prove imbarazzanti. Chiunque riesca a sedurli con qualche illusione li padroneggia facilmente. Mark Twain ha sottolineato: ‘La verità non ha difese contro uno sciocco deciso a credere a una bugia’. E lo psicologo Stanley Milgram ha affermato che circa l’80 per cento delle persone non dispone di risorse morali e psicologiche per sfidare un ordine autoritario.

Negli ultimi due o tre anni siamo stati testimoni del fatto che sono state relativamente poche e solitarie le voci pronte ad opporsi ai dettami governativi. Campagne recenti hanno rievocato l’‘alterità’ come approccio adottato nelle persecuzioni naziste agli ebrei negli anni Trenta e nelle purghe staliniste e maoiste contro dissidenti ed intellettuali.

Voltaire ha osservato che coloro che riescono a farti credere delle cose assurde possono farti commettere atrocità. Per evitare di essere individui che si lasciano convincere così è necessario divenire ricercatori attivi della verità piuttosto che recettori di tutta quella propaganda fin troppo comune. Un passaggio utile per diventare ricercatori attivi della verità è comprendere che nel valutare le affermazioni di coloro che detengono il potere è vitale lo scetticismo.

Il modo comune che le élite di governo utilizzano per ottenere il controllo è definito ‘menticidio’, la soppressione della mente, e questo si innesca seminando la paura tra la popolazione. Quando un individuo viene subissato di emozioni negative quali paura e ansia, può divenire suscettibile a deliri di follia.

Minacce, reali o immaginarie, possono essere utilizzate per instillare paura, ma una tecnica particolarmente efficace è quella di usare ondate di terrore in cui alternare periodi di paura e di calma, periodi in cui alla calma segue un sempre più intenso periodo di paura costruita.

Mai prima nella storia sono esistiti mezzi così efficaci per manipolare una società portandola verso la psicosi del totalitarismo – TV, internet, social media, smart phone oltre ad algoritmi che censurano velocemente il flusso di informazioni.

Ma ci sono ulteriori passi che il totalitarismo può intraprendere per aumentare la psicosi di massa – isolando le vittime e manipolando le normali interazioni sociali. Le persone diventano ancora più suscettibili agli inganni. I riflessi condizionati possono essere sviluppati più facilmente in un luogo tranquillo.

Un flusso di propaganda senza fine rende menti una volta capaci di pensiero razionale preda di forze irrazionali e di un caos vorticoso e, con essi, le masse agognano il ritorno a un mondo più ordinato. I totalitarismi potenziali possono ora compiere il passo decisivo: offrire una soluzione e un ritorno all’ordine in un mondo che sembra muoversi rapidamente nella direzione opposta.

Ma tutto questo ha un prezzo, ovvero le masse devono rinunciare alla loro libertà e cedere il controllo di ogni aspetto delle loro esistenze all’élite che governa. Gli uomini devono rinunciare alla propria capacità di essere individui autosufficienti, responsabili delle proprie vite, e diventare soggetti sottomessi e obbedienti. Ragione e buonsenso non sono più possibili.

La questione allora è: come possiamo contrastare i fattori che destabilizzano il tessuto sociale quando molte istituzioni sono corrotte e i politici sono lontani dalla realtà? Vi sono dei rimedi e comunque questo necessita di vari e differenti approcci da molte persone diverse.

Dovrebbero essere diffuse il più ampiamente possibile quelle informazioni che neutralizzano la propaganda. La verità è più potente della finzione e delle falsità spacciate dai potenziali dittatori e pertanto il loro successo è in parte condizionato dalla loro capacità di censurare il libero flusso di informazioni. Come il dr Joost Meerloo, docente olandese/americano di Psichiatria spiega: ‘Dobbiamo imparare a trattare i demagoghi e gli aspiranti dittatori che ci sono tra noi con l’arma del ridicolo. Il demagogo stesso è quasi incapace di umorismo di qualsivoglia genere e se così lo trattiamo comincerà il suo declino’.

E c’è anche l’approccio spirituale. Nel suo Civiltà in transizione Jung propone, per riportare la salute in un mondo malato, che il primo passo sia rimettere ordine nelle nostre menti e vivere in modo da ispirare gli altri, affinché ci seguano. Il nostro tempo invoca la Personalità Redentrice, colei che può emancipare se stessa dalla morsa della psicosi collettiva e salvare almeno la propria anima. Essa accende un faro di speranza per gli altri proclamando che lì c’è qualcuno che almeno è riuscito a districare se stesso dall’identità totale con la psiche di gruppo.

La crisi imminente presenterà enormi difficoltà e sfide all’umanità. Jung sottolineava che le difficoltà sono inevitabili e che niente che sia degno di essere ottenuto si consegue facilmente. Poiché quando accettiamo che la vita è dura (e ci confrontiamo con il nostro sé ‘ombra’) comprenderemo anche che solo attraverso il rafforzamento del carattere avremo davvero una qualche speranza di vivere una vita ricca di scopo. Oltre a divenire più coscienti del nostro sé ombra, un altro aspetto integrante dell’approccio junghiano è, per ciascun individuo, quello di scoprire un ruolo quali attori nel divino dramma della vita.

I prossimi anni rappresentano un’opportunità per quello che è conosciuto come il Grande Risveglio. Questo costringerà le persone a trovare il modo per giustificare la propria esistenza non in termini materiali ma in modi più significativi quali la promozione dei valori della giustizia, della libertà o del servizio alla comunità. Molti individui saranno sfidati a spostarsi da un piano superficiale ed esteriore della psiche, come lo aveva descritto Nietzsche, e a discendere più in profondità, negli abissi  della loro psiche.

Forse la Società Teosofica può giocare un ruolo significativo continuando a formare un nucleo di fratellanza universale dell’umanità (primo scopo dell’organizzazione) e promuovere attivamente il genere di cambiamento spirituale che diverrà sempre più rilevante man mano che i valori e l’ambiente fisico cambiano.

Come ha osservato il Mahatma Gandhi:

‘Quando mi assale la disperazione ricordo che, attraverso tutta la storia, la via della verità e dell’amore ha sempre avuto la meglio. Ci sono stati tiranni e assassini e per un po’ sembrano invincibili, ma alla fine essi cadono sempre. Pensateci – sempre’.

Questo articolo è stato pubblicato anche in Esoterica, rivista della Società Teosofica Inglese. Per leggere Esoterica clicca QUI

L'autore è influenzato dai video online dell'Accademia delle idee. Clicca QUI

Iink to English version: :  https://www.theosophyforward.com/articles/theosophy/3224-he-great-awakening-versus-the-great-re-set-antidotes-to-totalitarianism-tyranny-and-fear

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